A Porta a porta banalità su Piazza Fontana..

Vi chiedo umilmente scusa se scrivo questo post soltanto a quest’ora (sono le 21:00 quando ho iniziato!), ma durante tutto il giorno sono rimasto fuori di casa e, pur volendo a tutti i costi tornare per scrivere, ho dovuto rimandare fino ad ora.. Non sarebbe in fondo una cosa così grave se ciò di cui voglio scrivere ha avuto luogo ieri, in seconda serata, su RaiUno: a Porta a porta, ovviamente, come avrete intuito anche dal titolo..

  
Ebbene ieri notte da Vespa si parlava di uno degli avvenimenti più tragici e più tristemente noti della storia recente italiana: la madre di tutte le stragi (così l’hanno soprannominata appunto per la sua importanza strategica), la strage di Piazza Fontana, avvenuta intorno alle 16:30 del pomeriggio presso la Banca Nazionale dell’Agricoltura, situata appunto in Piazza Fontana. La strage avvenne il 12 dicembre del 1969; si capisce dunque il motivo per cui ieri si parlava di questa brutta strage: tra 2 giorni, infatti, ricorre l’ennesimo anniversario della strage. Sicuramente ne riparleremo meglio e più approfonditamente: ora vorrei solo fare un paio di piccole annotazioni riguardanti unicamente la puntata di ieri di Porta a porta.

 
Ospiti della serata erano Giovanni Pellegrino; il Ministro della Difesa Ignazio La Russa; un senatore, se non sbaglio, del PD e Giampaolo Pansa, rinomato storico e romanziere italiano. Poi qualche altro ospite giornalista, non ricordo nemmeno bene, francamente, perché dopo un po’, lo confesso, mi sono addormentato per svegliarmi solo alle 04:00 del mattino.

  
Ecco, in generale, l’impressione che ho avuto è quella di una trasmissione che non ha aggiunto assolutamente nulla di nulla a quello che in tanti anni si è detto, ripetuto, mentito o smentito sulla strage e tutte le possibili soluzioni in fatto di autori e mandanti della stessa. Niente di nuovo. Già qui uno potrebbe a questo punto dubitare sull’utilità di una trasmissione su questo tono. Ma va bene, non polemizziamo sempre su tutto e andiamo oltre.

   Ho già detto degli ospiti della serata. Ora vado a riportare due affermazioni che mi sono sembrate davvero degne di note tanto che me le sono appuntate sul mio taccuino. Autore di entrambe è Giampaolo Pansa. Innanzitutto bisogna fare una piccolissima digressione su pansa: autore di una sequenza quasi infinita di libri storici o semi-storici sullo stesso argomento di sempre: le malefatte dei comunisti subito dopo la caduta del fascismo, i partigiani che trucidavano fascisti o sospetti tali per vendicarsi di tutte le angherie che avevano dovuto sopportare. Perdonatemi se la metto giù così brutale ma, in fin dei conti, è questo che Pansa va ripetendo da almeno 10 anni almeno!, che poi 10 anni sono più o meno gli anni in cui posso dire di aver letto alcuni dei suoi libri. In pratica, romanzo o saggio storico, è questa la pappardella che ci puntualmente, ad ogni nuova uscita, ci propugna! Tant’è che alcuni ragazzi dei centri sociali (credo) hanno preso a presentarsi nelle varie Feltrinelli dove Pansa va a presentare i suoi nuovi "libri" per lanciargli pomodori e gridargli cattiverie.. beh, non mi confondete, però un po’ se la va a cercare, pure lui.. e che cacchio!

  
Comunque, nonostante questo, Giampaolo Pansa è considerato oggi uno dei migliori giornalisti ed uno storico molto importante, osannato da gran parte della critica italiana e portato su piatti d’argento da una certa categoria di liberi pensatori.. Quest’uomo, uno si aspetta, va da Vespa e quando c’è da parlare di una faccenda importante come Piazza Fontana, ecco lui sarà senz’altro capace di dirci qualcosa di graffiante: non una novità in senso stretto, ma sicuramente un aneddoto dimenticato o chissà cosa.. ma comunque una frase, un discorso che lasci il segno.. e invece, ma va!, e invece no.. Francamente tutta la puntata è stata un festival della banalità! Voi direte: e sai anche questa che novità!, è Porta a porta.. lo sappiamo tutti che robaccia è!

  Ma torniamo a noi.. e alle frasi di Pansa che mi sono appuntato.. ecco la prima: virgolettata, perché non posso giurare sulle parole precise ma il senso era assolutamente quello, ci metto non le mani ma tutto il corpo sul fuoco!
"Non vorrei che la gente a casa pensasse che in quegli anni i militanti di destra fossero tutti dei mostri mentre invece quelli di sinistra fossero brava gente..!"
Si stava parlando degli artefici dell’attentato, o meglio degli artificieri: si stava dicendo che venne prima accusato  Giuseppe Pinelli, ingiustamente (e Pinelli fece in seguito la fine che tutti sappiamo!); poi venne accusato l’anarchico Pietro Valpreda, anch’egli innocente e solo dopo molto tempo, per l’accanimento e lo spunto geniale di un magistrato, nel 1971, vengono arrestati Franco Freda e Giovanni Ventura, i quali sono praticamente riconosciuti da tutti come gli autori materiali della strage di Piazza Fontana. Ecco quindi che sembrava forse a Pansa che l’attenzione di tutti si stesse spostando un po’ troppo sugli errori giudiziari e sui due anarchici ingiustamente accusati! Ed allora, per riportare la situazione in parità, ecco che Pansa non sa fare di meglio che rifilarci questa perla di sapere chiarendo che anche loro, loro poi chi, anche loro non è che fossero dei santi! E qui secondo me ci doveva essere qualcuno del pubblico che si alzava e gli gridava in faccia: "Ma che cazzo c’entra, questo, caro Pansa? Che cazzo di bisogno c’era di dire una cosa del genere?". Ma ovviamente siamo da Vespa: il pubblico in sala non si vede mai e chissà se c’è; il pubblico a casa è lobotomizzato in maniera forse maggiore; lui, Vespa, figurati se deve osare tanto.. ed allora..!

  Ma la seconda affermazione da Oscar di Pansa è semplicemente esilarante e la riporterò semplicemente a chiusura di questo scritto senza tentare neppure di commentarla perché si commenta da sé e preferirei lasciarlo fare a voi in modo da non darvi in pasto sempre e solo le mie idee ma tentando di farvene una voi vostra e personale..
In pratica, tempo dopo, si passa a parlare dei pericoli di colpo di stato che qualcuno temeva potessero accadere in Italia. Ecco che Pansa si mette a dubitare sulla effettiva possibilità che un colpo di stato in Italia potesse davvero avvenire. Ma qualcuno gli fa presente che in realtà un colpo di stato, o meglio un tentativo di colpo di stato, ci fu eccome: lo tentò Julio Valerio Borghese la notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970! Il colpo di stato iniziò ed erano coinvolti anche apparati militari dello Stato italiano, ma poi fu lo stesso Borghese ad ordinare di mettere fine al tentativo rifiutandosi in seguito di spiegare il motivo! Ma il tentativo avvenne! Il progetto c’era! E questo è quello di cui si è avuto notizia, ma chissà che non ce ne siano stati altri immaginati, teorizzati o addirittura tentati!

  Comunque.. Pansa afferma che quella di Borghese è tutta una messa in scena (ma messa in scena da chi però a Porta a porta mica lo dice, il pansa!) e lui lo sa per certo, ha le prove.. e quali sono queste prove? Qui non cito testualmente perché dopo aver sentito questa affermazione sono letteralmente rimasto a bocca aperta e non ho potuto prendere nota dell’intervento.. ma vi assicuro ancora una volta che è quello che ha detto lui, sicuro. Ecco Pansa dice in poche parole che Julio Valerio Borghese non può aver compiuto l’attentato, né aver avuto intenzione di compierlo, perché un paio di giorni prima lo stesso Borghese aveva concesso un’intervista a Pansa, allora giornalista della Stampa, ed è per Pansa impensabile che uno che sta organizzando un colpo di stato concede 2 giorni prima un’intervista ad un giornalista di un giornale ostile come lo era la Stampa! Accidenti che prova schiacciante!

  
E qui mi voglio fermare. Avevo promesso di non commentare la seconda affermazione di Pansa e non lo farò. Vorrei solo dire che ora inizio a capire chi va a lanciargli i pomodori e che, infine, se questi sono gli intellettuali che abbiamo in Italia

 

  P.S.: Stasera, giovedì 10 dicembre, ad Annozero si sta parlando di Gaspare Spatuzza e delle sue recenti affermazioni al processo d’Appello di Marcello Dell’Utri, in cui conferma quello che ormai da tempo si sa: che la mafia, verso il 1994 tentò di abbordare Dell’Utri e Berlusconi tramite Vittorio Mangano, allo scopo di ricevere favori in cambio della fine immediata delle stragi che nel 1993 avevano impazzato in tutt’Italia.

 
Se dalla trasmissione dovesse uscire qualche spunto interessante, domani sicuramente vedrò di parlarne, perché questo è un argomento che, credo, non bisognerebbe mollare mai neppure per un’istante; anzi bisognerebbe ricordacelo ogni santo giorno, perché noi italiani siamo bravissimi a dimenticare, o perlomeno a far finta di dimenticare. In fondo queste cose che dice Spatuzza le abbiamo già sentite da un’altra decina di pentiti mafiosi durante i precedenti gradi di giudizio dello stesso processo (in cui anche Berlusconi è stato coinvolto ma, a differenza di Dell’Utri, è riuscito a farla franca.. Non dimentichiamo!